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Dalla Signoria al Ducato … quello che la storia non racconta

Sonni agitati per Gian Galeazzo

L’antefatto:

Uscire dal rango dei tiranni e mettersi al di sopra dei conti e dei marchesi di cui brulicava la Lombardia, era la grande aspirazione di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano dal 1378 al 1395 e Duca di Milano dal 1395 al 1402.
Siamo ai primi di gennaio del 1395 …. gli ambasciatori milanesi appena rientrati da Praga dopo aver conferito con l’imperatore Venceslao (Re del Sacro Romano Impero), riferiscono esultanti a Gian Galeazzo l’esito positivo del loro incontro col re: dopo giorni di trattative erano riusciti a strappargli la promessa di conferimento del titolo Ducale ai Visconti, a fronte di alleanza politica e militare, e dell’offerta di 100.000 Fiorini d’oro (ufficialmente per le spese di viaggio in caso di calata dell’imperatore in Italia). In realtà, il titolo di Duca, aveva un prezzo: “costava” 100.000 fiorini d’oro, una cifra colossale, in rapporto al PIL della Signoria di allora! Certo, se ci si voleva fregiare di un titolo nobiliare, bisognava comprarlo! Come tutto, del resto!

Il duca Gian Galeazzo Visconti
Il duca Gian Galeazzo Visconti

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Era notte fonda… l’incontro con gli ambasciatori, lo aveva ovviamente rallegrato, ma anche sconvolto, perché onestamente non sapeva dove trovare tanti soldi ….
Prima di andare a letto, Gian Galeazzo aveva preso un intruglio di erbe a base di camomilla per tentare di appisolarsi … ma niente … quel pensiero lo tormentava … poveretto, bisognava capirlo, si girava e rigirava nel suo letto …. quegli ultimi poi, erano stati anni davvero pesanti … recentemente aveva avuto diverse spese extra, una in particolare, molto onerosa … senza contare poi, le solite guerricciole per le quali, i cavalieri di ventura di turno, gli presentavano un conto, sempre molto salato … le casse della Signoria, erano rimaste quasi all’asciutto … bisognava inventarsi qualche nuovo balzello da far digerire ai cittadini …. scacciò quel pensiero dalla mente, dicendosi che l’indomani mattina, per prima cosa, avrebbe chiamato il suo tesoriere perché gli trovasse quei 100.000 fiorini … era compito suo, trovarli …dopo tutto lui, lo pagava per che cosa se non per risolvere questi problemi?

Tornando a ripensare alle ultime spese extra … aveva fatto forse qualche sbaglio? Non gli sembrava … Aveva speso tanto, è vero, ma tutto aveva una motivazione istituzionale, … erano tutte spese giustificate …

1378 – La morte del padre

I funerali di Stato per la morte di suo padre Galeazzo … si poteva non fare il funerale a papà? No di certo!

1380 – Il matrimonio con la cugina

1l matrimonio (in seconde nozze), con la cugina Caterina … beh, lì le spese di banchetti e ricevimenti erano obbligate, ma lui non ne era colpevole …. Il conto lo aveva pagato suo zio Bernabò (co-signore di Milano) … che poi le casse della Signoria fossero le stesse sue, lui non poteva farci nulla!

1386 – Inizia la costruzione del Duomo

L’inizio della costruzione, a Milano, di quella grandiosa chiesa … ripensandoci, l’approvazione del progetto e il finanziamento dell’inizio lavori erano state due mosse formidabili … che gli avevano sicuramente guadagnato i favori del popolo. Tra l’altro la città, in quel momento, era ancora scossa dal colpo di Stato che lui stesso aveva fatto l’anno prima ai danni di zio Bernabò. Quindi, una grande impresa come quella, animata dalla fede, avrebbe creato un obiettivo comune nel quale potevano riconoscersi sia i fautori dello zio-suocero che quelli suoi.

Doveva essere una cappella di famiglia

Sicuramente quella chiesa, una volta costruita, avrebbe ospitato le spoglie mortali di suo padre (Galeazzo), … la gente non lo sapeva, perché lui si era ben guardato dal dirlo, ma era unicamente questo, il motivo per cui, lui aveva approvato quel progetto e finanziato … quindi, quella chiesa, sarebbe diventata una mega cappella di famiglia …. Aveva persino regalato alla Fabbrica del Duomo, quelle sue inutili cave di marmo di Candoglia (lui non se ne sarebbe fatto nulla), facendo, in compenso, una gran bella figura agli occhi del popolo che gli sarebbe stato grato in eterno perché con quei marmi, la chiesa sarebbe diventata stupenda e monumentale ….

1389 – Il matrimonio di Valentina

Il matrimonio di Valentina (la figlia ormai diciottenne avuta dalla prima moglie Isabella di Valois)… la necessità di trovarle rapidamente un partito decente prima che potesse restare zitella a vita …. passato il momento buono, non sarebbe servita più a nulla … il matrimonio dei figli serve come mezzo per estendere la propria influenza politica …. se si perde l’attimo fuggente, che altro servono i figli? …

Tra i vari rampolli sul mercato, il migliore era stato sicuramente Gigino il nipote … Luigi di Valois, il fratello di Carlo VI (il pazzo), re di Francia. Lui aveva posato gli occhi sul ragazzo (che poi era il primo cugino di Valentina), contando di rafforzare, in tal modo, la sua posizione politica con il paese transalpino …. Ma quanto gli era costato quello scherzetto … gli venivano ancora adesso i sudori freddi …

Un contratto matrimoniale da re

Il contratto matrimoniale prevedeva che la sposa avrebbe portato in dote la Contea di Asti, la Contea di Vertus, 450.000 fiorini (un’autentica follia), gioielli per 75.000 fiorini e la successione milanese. Insomma, una salassata paurosa. Questo gli avrebbe garantito l’alleanza con la Francia e quindi, almeno per un po’, la tranquillità di non essere attaccato ai confini occidentali della sua Signoria … si può fare i pezzenti col fratello di un re? No di certo! Poi, tutto sommato i soldi restavano in famiglia! Nelle casse della Signoria erano rimasti praticamente solo gli spiccioli! Pazienza! I milanesi avrebbero provveduto a rimpinguare i forzieri!

L’orgoglio ferito

C’era un però, in tutto questo, che gli stava rodendo il fegato …. Il nipote genero, era più in alto, rispetto a lui, nella scala gerarchica nobiliare … Non era assolutamente accettabile! Il genero più in alto del suocero nella scala nobiliare? Non esiste! Orgoglio ferito!
Gigino, vent’anni più giovane di lui, era già Duca d’Orleans, lui solo Signore di Milano … e allora?

Il riscatto

Ecco la chiusura del cerchio …. quei 100.000 fiorini d’oro, valevano quel pezzo di carta che gli mancava … un titolo, almeno alla pari col nipote- genero …. Pazienza i milanesi avrebbero dovuto sopportare un altro balzello … ma essere Duca, vuoi mettere? E’ tutta un’altra cosa!

Già cominciava ad albeggiare …. Fra poco avrebbe dovuto alzarsi e chiamare il suo tesoriere! E bisognava muoversi a trovare quei soldi per farli avere immediatamente a Venceslao, a Praga, prima che il Re del Sacro Romano Impero potesse cambiare idea …..!

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