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Teatro Manzoni: il grande teatro milanese che guarda al futuro

Duecentocinquanta anni di spettacoli, grande prosa e intrattenimento di qualità. Tanti se ne appresta a celebrare dalla sua fondazione il Teatro Manzoni, luogo storico degli spettacoli teatrali milanesi. Fin dal debutto ospitò famose compagnie ed attori di indiscusso prestigio. Scopriamo allora la storia di questo teatro, tanto caro alla città.

La storia del teatro Manzoni

La storia va fatta risalire al 15 maggio del 1870. Quel giorno sette notabili cittadini milanesi (gli aristocratici Luigi Cusani, Alessandro Melzi, Luigi Rivelli, il marchese Apollinare Rocca Saporiti, il conte Leopoldo Pullè, e poi esponenti della borghesia come l’ingegnere Carlo Cereda e Antonio Mazzorin), diedero vita al “Teatro Sociale di Milano” in Piazza San Fedele, con lo scopo di regalare spazio alla grande prosa nella cultura del capoluogo lombardo. Nel dicembre di quell’anno cominciarono i lavori di costruzione del teatro, che già nel maggio 1873 prenderà il nome di “Teatro Manzoni”, dallo scrittore Alessandro Manzoni, scomparso proprio in quell’anno. Questo teatro sarà il primo in Europa ad essere illuminato con luce elettrica e non con lampade a gasolio o candele.

Dopo due anni dagli inizi dell’edificazione, finalmente il 3 dicembre del 1872 avvenne la prima assoluta per quello che ancora veniva chiamato Teatro della Commedia e poteva ospitare fino a 1050 spettatori. Lo spettacolo rappresentato fu “I gelosi fortunati” di Giovanni Giraud e “La Rivincita” di Tebaldo Ciconi. Furono molti gli spettacoli musicali, i reading di romanzi e di poesie, gli show di illusionismo e perfino gare di scherma che nei primi mesi di vita del futuro Teatro Manzoni si successero per attirare il favore del pubblico. In effetti dal momento del cambiamento del nome da “Teatro della Commedia” a “Teatro Manzoni”, gli spettatori aumentarono considerevolmente e gli spettacoli cominciarono a godere di un successo sempre crescente.

Scultura di Leone Lodi

Aumentava intanto anche il livello di fama degli artisti che si esibivano: nel 1881 sarà la volta della grande attrice Eleonora Duse (nota anche come musa del poeta “vate” Gabriele D’Annunzio), che poi sarebbe ritornata molte volte al Teatro Manzoni in pièces memorabili. L’anno dopo fu la volta della famosissima Sarah Bernhardt, che si esibì ne “La signora delle camelie” di Dumas figlio. Durante l’ultima serata di esibizione gli applausi però non soddisfecero le aspettative dell’attrice, che andò via indispettita, e ritornò al Manzoni solo nel 1899, sedici anni dopo. Furono comunque tantissimi gli attori e i registi di fama, nonché gli scrittori e gli artisti, che passarono e si esibirono al Manzoni.

La rinascita dopo il bombardamento

Negli anni venti e trenta del ‘900 il teatro ospitò opere dei Futuristi, di Luigi Pirandello con la sua attrice feticcio Marta Abba (che recitò anche in drammi di Checov) ed adeguò la sua programmazione al regime fascista. Purtroppo nel 1943, però, a seguito di un bombardamento alla città di Milano, sotto migliaia di bombe, crollò anche il Teatro Manzoni. Ci vollero anni perché fosse ricostruito, precisamente sette, visto che il 20 ottobre del 1950 riaprì, su un progetto dell’architetto Alziro Bergonzo. L’indirizzo però era diverso: non più Piazza San Fedele, ma Via Manzoni, dove è ancora, attualmente. Il primo spettacolo della riapertura fu tenuto dall’American National Ballet Theatre, con madrina d’eccezione Ingrid Bergman. La direzione fu affidata a Remigio Paone e si alternarono spettacoli leggeri ad altri più impegnati (Eduardo De Filippo, Renato Rascel, Barrault e Renaud i nomi più famosi).

A partire dal 1967 la programmazione virò decisamente sugli spettacoli più leggeri, soprattutto con Garinei e Giovannini (Vittorio Gassman, Nino Taranto, Valeria Morriconi, Enrico Maria Salerno sono solo alcuni dei nomi che si sono succeduti in quegli anni), finché a partire dal 1978 in Teatro Manzoni è andato alla gestione del Gruppo Fininvest ed ha ripreso il suo ruolo di divulgare la prosa più prestigiosa ed autentica, come alto contributo alla cultura non solo della città di Milano, ma dell’intero Paese.

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