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Le Scuderie De Montel

Premessa

La zona di San Siro a Milano è un quartiere periferico caratterizzato da una rilevante presenza di parchi. Oggi è nota a tutti essenzialmente per lo Stadio Giuseppe Meazza, il tempio del calcio, lo sport più amato degli italiani. Tuttavia, intorno allo Stadio, vi sono altre strutture sportive ugualmente importanti, particolarmente in auge il secolo scorso, quali gli Ippodromi del galoppo e del trotto, in cui si svolgono tuttora numerosi incontri internazionali e gran premi, facendo confluire in tutta quella vasta area, migliaia di scommettitori e appassionati delle corse dei cavalli.

Tutt’intorno a queste strutture, diverse scuderie per la stabulazione individuale dei cavalli purosangue. La De Montel era una di queste, situata all’angolo fra via Achille e via Fetonte, proprio di fronte all’attuale Stadio Meazza. Forse non è la prima, comunque fu una delle più importanti e storiche scuderie di Milano, un nome che rievoca un passato ormai lontano. Erano tempi quelli, in cui il calcio, ancora agli albori, non rappresentava lo sport più amato dagli italiani. Erano i tempi in cui le folle accorrevano all’Ippodromo per assistere alle corse dei cavalli e per scommettere su quale puledro avrebbe vinto.

Le scuderie, oggi

Quello che rimane, oggi, di quella grande struttura in stile liberty, è ben poca cosa, solo un insieme di ruderi pericolanti, abbandonati all’incuria del tempo, in mezzo a cumuli di rifiuti ed una giungla di erbacce. Eppure quei muri sgretolati, quei box per i cavalli con quel che resta delle pareti, quei brandelli d’intonaco in cui si intravedono ancora tinte diverse, quello stesso orologio di una delle due torrette, fermo sulle 12.29 di chissà quale anno, hanno ancora oggi, nonostante il degrado e lo stato di totale abbandono, un fascino tutto particolare. E’ un angolo di Milano dimenticato…. che regala a chi va, casualmente, a visitarlo. la strana sensazione di essere catapultati indietro nel tempo, lontano dai rumori del traffico, quasi un tuffo in altra epoca … lontanissima dalla nostra, anche se sono passati soltanto poco più di cento anni! Un’epoca in cui i cavalli rappresentavano l’unico mezzo di locomozione possibile … Pare ancora sentire quel caratteristico odore di scuderia, di cavalli sudati dopo l’allenamento e di balle di fieno, che impregna l’aria fra quelle linee architettoniche Liberty e le suggestioni da Belle Epoque. Vi è un non so ché di signorile in quella struttura démodé, mancano solo i purosangue a brucare liberi sui prati e le dame vestite “alla Rossella O’Hara” con tanto d’ombrellino accompagnate da gentiluomini rigorosamente in nero con bastone e cilindro, secondo i dettami del tempo.

La storia di queste scuderie

1915 – Inizio della loro costruzione

I lavori di costruzione di queste scuderie iniziarono infatti più di un secolo fa, nel lontano 1915, per volontà di un nobile banchiere Giuseppe De Montel, prima ancora che fosse ideato l’Ippodromo del galoppo. La costruzione durata circa tre anni, era in perfetto stile liberty, secondo i gusti e la moda del tempo e ricorda molto il cottage inglese.

Scuderie De Montel : tutta l’area recintata a forma di trapezio isoscele rovesciato.

Tutta la zona era allora un’immensa distesa di prati e boschetti. Non esisteva allora nemmeno lo Stadio san Siro che verrà edificato appena dieci anni dopo e ultimato nel 1926, molto diverso dall’attuale, fatto costruire dal presidente del Milan Piero Pirelli e regalato alla città. Nel 1915, si era ancora agli albori del calcio. Gli allenamenti e le partite delle due squadre milanesi si svolgevano in due distinti impianti: la squadra del Milan (Milan Football & Cricket Club -1899) usava il vecchio Trotter di via Andrea Doria, dove oggi c’è la Stazione Centrale, mentre quella dell’Inter (Football Club Internazionale Milano – 1908), si serviva della struttura dell’Arena Civica.

Tutta la zona di San Siro andava via via costellandosi di scuderie e allevamenti di cavalli pensati sul modello “ippico” di Chantilly in Francia e Newmarket in Inghilterra.

Chi era Giuseppe De Montel?

Ben poco si conosce della vita di questo Giuseppe De Montel, di origine sicuramente trentina, magnate della seta e appassionato di ippica. Fin dall’inizio il suo obiettivo principale era quello di portare alla ribalta il mondo dell’equitazione italiana, in un panorama europeo dominato fino ad allora, quasi esclusivamente, da inglesi e francesi.

Le sue scuderie furono progettate in stile liberty, dagli architetti Arrigo Cantoni e Paul Vietti Violi, gli stessi, che, successivamente, costruirono l’ippodromo di San Siro (1920).  In breve, le scuderie divennero fra le più prestigiose d’Italia, con i mitici purosangue Ortello, Orsenigo e Macherio, in diretta concorrenza con quelle leggendarie di Federico Tesio (scuderie FedericoTesio di Dormelletto). Così nella prima metà del Novecento Milano diventò una delle capitali dell’ippica mondiale, grazie alla rivalità tra i cavalli di De Montel e quelli di Federico Tesio, portatore di una visione moderna nel mondo dell’imprenditoria ippica e scopritore di grandi purosangue come Nearco e Ribot.

Alle scuderie de Montel, venivano a galoppare pure i cavalieri del Reggimento Savoia Cavalleria della caserma Montebello di via Monti a Milano.

Enrico Camici, il leggendario fantino di Ribot, all’età di 12 anni, aveva iniziato, all’esordio della carriera, a lavorare proprio per Giuseppe De Montel. Parlando di lui diceva: “era severo, quanto la sua giubba (casacca nera, cuciture bianche, berretto nero) che ti premiava con una banconota importante, dall’indimenticabile fruscio e che, se ti stimava, ti chiedeva ragione, l’ indomani, nello studio, di ogni sconfitta. Vorrei sapere come hai fatto a perdere ….”.

Dal 1925 ai 1938, De Montel fu presidente della Società per la Filatura dei Cascami di Seta , società anonima per azioni, che aveva iniziato la sua attività di “filatura e tessitura della seta” a Bergamo, nel 1872.

I De Montel, “nobili” per merito, divennero protagonisti della Bella Epoque italiana negli anni Trenta frequentando, fra l’altro, celebrità come Emanuele Filiberto duca d’Aosta, Luchino Visconti, Piero Pirelli

1938 – Le leggi razziali

Purtroppo il periodo d’oro delle sue Scuderie durò davvero poco. Cominciavano a spirare già venti di guerra. Le leggi razziali antisemite, emanate nel 1938 dal regime fascista di Mussolini, costrinsero il De Montel, di origine ebraica, a sospendere l’attività, a vendere precipitosamente tutti i suoi purosangue, a liquidare tutti i fantini, ad affidare la gestione del complesso alle Opere Pie Missionarie e a scappare all’estero per sfuggire alla cattura, abbandonando così le scuderie al loro destino.

Per Giuseppe De Montel, oltre al danno, ci fu anche la beffa. Il suo rivale storico di sempre, Federico Tesio, uno dei più importanti allevatori di cavalli purosangue inglese nella storia dell’ippica italiana e internazionale, ebbe un destino molto diverso: fu fatto senatore del regno e i suoi cavalli diventarono celebrità internazionali dai nomi altisonanti come Nearco, Cavaliere D’Arpino e l’incredibile Ribot (considerato il cavallo più forte di tutti i tempi, nato in Inghilterra, a Newmarket, nel 1952)

Il declino delle scuderie

Nel dopoguerra, le Opere Pie Missionarie, affittarono gli spazi a diversi allevatori che continuarono ad utilizzare le scuderie. Ma il lavoro era molto calato rispetto a prima … era ormai tramontata un’epoca: mentre a Monza, l’Ippodromo Mirabello doveva inchinarsi al vicino Autodromo, a Milano le scuderie De Montel dovevano lasciare spazio al nuovo tempio del calcio. Come cambiano le mode per gli sport, così cambiano le passioni e gli idoli del pubblico: l’interesse degli imprenditori per il calcio aveva surclassato quello per l’ippica. Così, venendo a mancare nuovi finanziatori, quella struttura, che nell’idea di De Montel, sarebbe dovuta diventare la Newmarket italiana, venne progressivamente abbandonata.

Purtroppo, non avendo mai provveduto, nel corso degli anni, nonostante i lucrosi affitti riscossi, a fare un minimo di manutenzione agli impianti, il degrado cominciò a prendere il sopravvento, al punto che la sua gestione finì col diventare troppo onerosa per tutti.

1980 – Passaggio della proprietà al Gruppo Ligresti

Così, negli anni ’80, la società Ilaria del Gruppo Ligresti, divenuta nel frattempo proprietaria di tutta una vasta area comprendente pure le scuderie, costruì in zona degli edifici residenziali di pregio in fondo a via Fetonte.

Condomini residenziali in fondo a via Fetonte

1983 – Cessione al Comune, delle scuderie

Nel 1983, il Gruppo Ligresti cedette tutta l’area delle scuderie al Comune di Milano per far tornare i conti con gli oneri di urbanizzazione per la lottizzazione dei condomini edificati. Qualche anno dopo, Ligresti tornò sui suoi passi e chiese la concessione della scuderie De Montel per crearvi in una club house per gli inquilini dei palazzi da lui costruiti. Ma il Comune non gli concesse il permesso, essendo state le scuderie, nel frattempo, dichiarate patrimonio storico della città, e poste sotto il vincolo della Sopraintendenza alle Belle Arti. E da questo momento lo stato di abbandono e il degrado peggiorarono la situazione progressivamente sino ad arrivare ad oggi, dove la struttura si presenta davvero al limite del recupero

Infatti, la cronica mancanza di soldi da mettere a bilancio, da parte del Comune, per la riqualificazione del bene, (e diciamolo pure, la scarsa convinzione da parte dell’Amministrazione su come utilizzare eventualmente la struttura, una volta rimessa a posto), fece propendere la bilancia per l’abbandono totale nonostante le sollecitazioni di tanti nostalgici. L’incuria dell’uomo, i vandalismi gratuiti, la fatiscenza e la giungla di erbacce dentro e fuori il complesso, hanno reso, col tempo, la struttura addirittura pericolante. Recentemente sono crollate delle scale ed anche i soffitti sotto la furia degli elementi o sotto il peso della neve. Tutta l’area degradata, nonostante sia stata chiusa e recintata, è ben presto diventata naturale covo di tossico-dipendenti e dimora fissa di altri sbandati.

Nel corso degli anni di ‘non’ gestione da parte del Comune, dei privati presentarono comunque alcuni progetti, in particolare uno che prevedeva una riqualificazione come residenza per anziani ma, poi, in mancanza di soldi, non se ne fece nulla

La scoperta dell’acqua marcia

Fra gli altri progetti presentati, interessante l’idea di pensare a trasformare le vecchie scuderie De Montel in delle terme. Naturalmente la cosa è tutt’altro che casuale: infatti, durante rilievi avvenuti sul posto nel 2009, fu scoperta una fonte di “acqua marcia” a 250 m di profondità nel sottosuolo del parco. Si tratta di un’acqua ad elevato contenuto di solfuri, un’acqua termale vera e propria, dalle proprietà curative.

2017 – Progetto di riqualificazione da scuderie a … vere terme.

Nel dicembre del 2017, nell’ambito di un bando internazionale “Reinventing cities”, il Comune, in collaborazione con C40, presentò una serie di progetti relativi alla riqualificazione di cinque siti milanesi degradati ed inutilizzati, in spazi di rigenerazione ambientale ed urbana. Fra questi, il progetto, molto ambizioso, di riconversione delle storiche scuderie De Montel, in stazione termale.

C40, è una rete di 96 città (di tutto il mondo) accomunate dalla volontà e la determinazione di contribuire attivamente alla drastica riduzione delle emissioni dei gas serra e dei relativi impatti sul clima. Per l’Italia, oltre a Milano, ci sono pure Roma e Venezia

E’ del 22 maggio 2019 la notizia, comunicata ufficialmente sul sito del Comune di Milano, che, a Oslo. il progetto di riqualificazione delle Scuderie De Montel, presentato nel 2017, è risultato fra i vincitori (unitamente a tre degli altri quattro progetti presentati per le diverse realtà della città).

Cosa prevede il progetto: un nuovo futuro per le storiche scuderie

Riporto di seguito il comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del Comune, unitamente alla descrizione del progetto vincitore (riguardante alle Scuderie De Montel) [rif.  sito Comune di Milano]

“Recupero dell’edificio storico, acqua, verde urbano, sostenibilità, rapporto e interazione con la comunità. Sono gli ingredienti fondanti del progetto “Teatro delle terme” che porterà a nuova vita le storiche scuderie de Montel di San Siro. Il team multidisciplinare guidato dall’ATI Teatro delle terme si è aggiudicato il ripristino della palazzina liberty con una proposta (offerta economica 1,2 milioni di euro su base d’asta fissata a 1.183.500 euro) che coniuga la volontà di preservare gli edifici storici delle scuderie con le potenzialità offerte dalla presenza di acque termali nel sottosuolo, e la progettazione di un vasto parco urbano. Il progetto, ideato e realizzato dall’arch. Giancarlo Marzorati in partnership con lo studio J+S S.r.l. dell’arch. Federico Pella nelle varie fasi verrà sottoposto al parere della Soprintendenza, al fine di preservare il valore storico e architettonico dell’edificio.

L’ingresso alle nuove terme di Milano sarà ubicato su via Achille, cui si accederà attraverso un’area verde ad uso pubblico di circa 1.700 metri quadrati (avancorte), dotata di due vasche d’acqua, alcune sedute e spazi adatti ad ospitare mercati ed esposizioni. Percorso il viale centrale si giungerà all’edificio delle scuderie, che verrà restaurato e completato secondo il gusto dell’epoca e dotato di caratteristiche di alta tecnologia per il risparmio energetico (pannelli fotovoltaici, tetti verdi, sistemi coibentati). Il parco continuerà oltre l’ingresso, prima nel cortile interno all’edificio – la cosiddetta corte interclusa – pensato per il relax dei visitatori e dotato di una ricca varietà di essenze e due vasche d’acqua, poi nell’anfiteatro, oltre l’edificio, pensato come un prato contornato da un’ampia vasca a forma semicircolare, cui si aggiungerà una vasca di dimensioni più contenute a chiusura del grande emiciclo.

L’edificio, originariamente sviluppato su due piani, verrà riqualificato e restaurato, con l’aggiunta di un terzo livello. Al piano terra, oltre alla biglietteria, si procederà verso le vasche relax con acque termali provenienti dal pozzo esistente nel sito e dotate di idromassaggi, sedute effervescenti e cascate cervicali. Oltre le vasche si troveranno le saune, superate le quali si giungerà alla grande hall che porta all’anfiteatro esterno. Continuando il percorso all’interno invece si incontrerà la “club house” e subito dopo l’area umida dei bagni di vapore e gli hamam. I passaggi principali del piano terra saranno caratterizzati da alberi e piante, in continuità con il verde esterno. Il primo piano ospiterà gli spogliatoi e la seconda parte del percorso benessere, con il “tempio” per la meditazione, la stanza per il relax del “bosco immaginato” allestita con tronchi di betulla e del “casolare contadino” con arredi vintage e chaise-longues e il ristorante a ‘chilometro zero’ con cibo coltivato nell’orto pertinenziale. Chiuderà il percorso la zona dedicata ai massaggi. Il secondo piano dell’edificio ospiterà invece aule e sale congressi, messi a disposizione delle associazioni di quartiere per dibattiti e convegni.

Le aree tecniche per gli impianti verranno accorpate in un unico edificio di nuova realizzazione su via Fetonte, lungo la quale saranno anche collocati postazioni di bike sharing, una stazione di car sharing elettrico, colonnine di ricarica per auto elettriche e una casa dell’acqua. Sempre da via Fetonte sarà possibile accedere al parcheggio, ricavato in posizione interrata nella zona sottostante l’anfiteatro. Il centro sarà aperto tutto l’anno, per una capienza massima di 600 persone al giorno, e darà occupazione a 60 persone”

Rendering delle terme De Montel

Indubbiamente, riuscire a preservare l’identità storica dell’edificio non sarà un compito molto facile, date le condizioni precarie di partenza.

L’opera dovrebbe essere comunque completata entro due anni (2021/2022)

I lavori di bonifica dell’area verde circostante le scuderie, sono già effettivamente iniziati, come pure i primi lavori di pulizia e di recupero della struttura esistente. L’unica speranza è che non ci si fermi qui e che i lavori procedano spediti senza intoppi. Sembra che questa sia davvero la volta buona perché, dopo tanti anni di abbandono, le vecchie scuderie tornino a nuova vita sotto forma di un’autentica stazione termale da fiaba.

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